Amare il Papa – cinque lettere di santa Caterina da Siena

Lettera CCCXII1Alla Reina di Napoli.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissima madre in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi con vero e perfettissimo lume, acciò che in tutte le vostre operazioni riceviate lume: il quale lume è una vita di Grazia; perchè tutte le operazioni che sono fatte con lume di timore di Dio, danno vita. Ma senza questo lume sono fatte tutte in morte; andiamo per la tenebra in tanta ígnoranzia e cecità, che la verità discerniamo in bugia, e la bugia in verità, la luce in tenebre, e la tenebra in luce. Da questoprocede che il gusto dell’anima è infermato, che subito le cose buone gli paiono cattive, e le cattive gli paiono buone. Perduto ha il cognoscimento di sè, che non cognosce il male suo. Questo gli addiviene per la privazione del lume. Oimè, oimè, carissima madre, tutto questo procede dalla nuvola dell’amore proprio, che offusca l’occhio dell’intelletto nostro, che non ci lassa discernere la verità; facci debili e volubili, che ci volliamo comela foglia al vento. é uno veleno che attossica l’anima: e non attossica nè avvelena sè senza altrui; perocchè, subito che noi siamo privati della carità, noi non rendiamo la benevolenzia e dilezione al prossimo nostro, trapassiamo l’obedienzia della santa Chiesa.

Ma attendete, che questo veleno alcuni danno a loro medesimi e nel prossimo, non attualmente ma mentalmente, non rendendogli il debito della dilezione, come detto è; ma alcuni altri sono, che tolgono non solamente la dilezione mentale; ma egli s’ingegnano di tórre attualmente; e di quello veleno che hanno preso in loro, di quello danno altrui. Oimè! questi pigliano l’officio delle dimonia; chè non basta a loro d’esser privati di Dio, che è somma ed eterna luce, ma essi studiano giusta il loro potere di privare ancora noi. é vero che la crea- tura che ha in sè ragione, non debbe essere stolta nè matta a consentire alla volontà del dimonio. Parmi che oggi abbondino in tutto il mondo, e singolarmente nel corpo mistico della santa Chiesa, questi che hanno preso così fatto officio; e’ quali non si debbono chiamare nè uomini nè clerici, ma dimoni incarnati, privati del lume della verità, ricoperti della bugia dell’amor proprio di loro medesimi; il quale amor proprio detto aviamo che è un veleno che attossica l’anima. Veramente bene è veleno. Aprite l’occhio dell’intelletto; e se non ci sarà la nuvoladella propria passione e piacimento delle creature, cognoscerete che quelli che sono posti per colonne nella santa Chiesa, hanno seminato tanto pessimamente il veleno dell’eresia, che attossica loro e chi a loro s’appressa.

O uomini, non uomini, ma più tosto dimoni visibili, come v’accieca tanto il disordinato amore che avete posto al fradiciume del corpo vostro e alle delizie e stati delmondo, che, volendo il vicario di Cristo correggere la vita vostra, e volendo che fussi fiori odoriferi del giardinodella santa Chiesa, eletto da voi con elezione ordinata; ora gettate il veleno; e dite che non è vero papa, dicendo che per timore il faceste, e per paura della furia del popolo. La qual cosa non è la verità: e se fusse stato, degnieravate della morte, chè voi eleggeste il papa con timore degli uomini e non con timore di Dio. Ma questo non potete voi dire. Dire sì, ma non provare: perocchè quello che voi faceste con timore per placare il popolo, apparve evidente a ogni persona quando diceste, ponendo il manto di santo Pietro a missere di Santo Pietro, che voi l’avevate eletto papa. Questo si vide che non era la verità; e trovossi, come si vide cessata poi la furia; e cosìconfessò egli, e voi, che non era papa, ma papa era eletto misser Bartolomeo arcivescovo di Bari. E chi vi mosse, se egli non era papa, di eleggerlo poi da capo con elezione ordinata senza violenzia veruna, coronato con tanta solennità, con tutto quell’ordine che si richiede a questo misterio, cosi come fusse eletto mai veruno altro suo antecessore? Non so chi vi muove a pubblicarlo in contrario. L’amore proprio che non può sostenere la correzione. Chè, innanzi ch’egli cominciasse a mordervi di parole, a voler trarre le spine dal dolce giardino; confessaste, e annunziastelo a noi pecorelle, che papa Urbano VI era vero papa. E così confesso, e non lo niego, che egli è vicario di Cristo, il quale tiene le chiavi del sanguein verità: la quale verità dalli bugiardi e iniqui uomini del mondo non sarà confusa: perocchè la verità è quella cosa che ci libera. O miserabili, voi non vedete in quello che voi sete caduti, perchè sete privati del lume. E non sapete voi che la navicella della santa Chiesa, e’ venti contrari la fanno un poco andare a vela; ma ella non perisce, nè chi s’appoggia a lei? Volendovi voi inalzare, voisete immersi; volendo vivere, voi cadete nella più perversa morte che cadere possiate; volendo possedere le ricchezze, voi diventate mendici e cadete in somma miseria; volendo tenere lo stato, voi il perdete: fatti sete crudeli a voi medesimi. Ecco! poichè il veleno pigliate per voi, e perchè ‘l date in altrui? O non avete voi pietà di tante pecorelle, che per questo si partono dall’ovile ? Voi sete posti per dilatare la fede, e voi la spegnete, contaminando, con le scisme che per voi si levano; sete posti per lucerne poste in sul candelabro per alluminare e’ tenebrosi; e voi sete quelli che nella luce gettate la tenebra. Di tutti questi e altri infiniti mali voi sete e saretecagione, se altro modo non mutate; e voi per divino giudizio ne rimarrete distrutti l’anima e ‘l corpo. E non pensate che Dio la risparmi, nè gli sia meno grave per la dignità del cappello, nè per le prelazioni: ma molto più miserabilmente ne sarete puniti; siccome il figliuolo che offende la madre è degno di maggiore punizione, perchè commette maggior colpa che offendendo un’altra persona. Questo vuole la divina giustizia: che chi più offende, più sia punito. Oimè, non più così per l’amore di Dio! tornate un poco a voi, traetene il veleno dell’amor proprio, acciocchè cognosciate la verità, e siate amatori della verità. Non aspettate il bastone: chè duro vi sarà ricalcitrare a Dio.

Bene è adunque, carissima madre, vero (carissima, dico, in quanto voi siete serva fedele, siccome per antico tempo sete stata, della santa Chiesa; chè sapete che sete nutricata alle mammelle sue), dicevo, che era la verità che questi avevano preso l’officio delle dimonia. E, secondo che intendo, mi pare che di quello ch’egli hanno in loro, lo vogliano dare a voi: pervertire voi, figliuola dell’obbedienzia e riverenzia, dal padre vostro Urbano VI, il quale è veramente Cristo in terra; e ogni altro che venisse mentre ch’e’ vive, non è papa, ma è peggio che Anticristo. E se voi vi scostate da questa verità, la qualeè tanto evidente, confessata da quelli che lo elessero, e’ quali per propria passione dinegano che non è la verità (se non era non dovevano chiedergli le grazie e usarle; chè dovevano ben vedere che non le poteva dare; ma perchè egli era, però le chieseno, e hannole usate); e se voi terrete il contrario, sarete come cieca, e averete la condizione di quelli che di sopra dicemmo che erano privati del lume. La luce pervertirete in tenebre, tenendo che papa Urbano VI, che in verità è una luce, non sia vero Cristo in terra, ministratore del sangue di Cristo in cielo. Faretene tenebre; non che in sè questa luce possa essere oscurata, ma darà tenebre nella mente e nell’anima vostra. E la tenebra vorrete pervertire in luce; e non si potrà con tutte le forze vostre. Potrà bene con un poco di nuvolo essere ricoperta; il qual nuvolo caderà a malgrado di chi vuole il contrario. Allora fareste della tenebra luce, quando deste aiuto o vigore, che gl’iniqui uomini (parlando non in dispregio della dignità loro, ma de’ vizi e malizia loro) che egli facesseno un altro papa; o, essendo fatto (secondo che si dice che egli è fatto col braccio vostro), teneste che egli fusse papa. Questa tenebra, della quale vorresti far luce, vi tornerebbe a ruinacon loro insieme; perocchè voi sapete, che Dio non lassa passare impunite le colpe commesse, massimamente quelle che sono fatte alla santa Chiesa.

Onde, non vogliate aspettare il divino giudizio; ma innanzi eleggere la morte, che fare contro a lei. Che se la persona non vuole sovvenire alla sua necessità (che vi sarà richiesto da Dio, se voi none il farete); almeno non debbe fare contro a lei, ma starvi di mezzo, tanto che quella verità la quale a voi non fusse ben chiara, ella vi fusse manifesta e dichiarata nella mente vostra. Facendolo, dimostrerete d’aver lume, ed avere perduta la condizione della femmina, e esser fatta uomo virile. E se semplicemente con poco lume andate per altra via, voi dimostrerete d’essere femmina con poca stabilità; diventerete debile, perchè sarete dilungata dal vostro capo, Cristo in cielo, e Cristo in terra, che vi fortifica. Avereteguasto il gusto, siccome inferma; che la dottrina buona vi saprà di cattivo, e la cattiva vi saprà di buono: cioè, che la buona vita e dottrina che vuol dare il vicario di Cristo a quelli che si pascono al petto della sua sposa, mostrerete che in effetto in verità non vi paia buona: che se ella vi paresse buona, vi conformereste con lui, e non ve ne partireste. E l’iniquità, dottrina e costumi degl’iniqui amatori di loro medesimi, dimostrerete che ella vi piaccia: che se ella non vi piacesse, non vi accostereste aloro, dando loro aiuto e favore; anco, ve ne partireste. Accosterestevi alla verità, e scosterestevi dalla bugia. Altrimenti, pigliereste quel medesimo officio c’hanno elli. Chè non basterebbe il male vostro e il veleno che fusse caduto dentro nell’anima; che anco ne dareste altrui, comandando a’ sudditi vostri che tenessero quello che tenessi voi.

Tutti questi mali e molti inconvenienti vi verrebbero, o vi sono venuti, se fuste, o sete, privata del lume. Avendo il lume, in tutte queste tenebre non cadereste. E però vi dissi che io desideravo di vedervi alluminata di vero e perfettissimo lume. Se voi averete questo lume, alli fruttiche in questo tempo usciranno di voi, me n’avvedrò. Che se v’accosterete con debita riverenzia al padre vostro, cioè a papa Urbano VI, mostrerete frutto di vita: e allora sarà beata l’anima mia, vedendo in voi il frutto della vera obedienzia, onde traete la vita della Grazia. E se vi discostasti, e accostastivi all’opinione di chi tiene ilcontrario contra la coscienzia loro falsamente; gittereste frutto di morte, d’una disobbedienzia che genera morte eternale. Se la vita vostra dentro vi finisce; allora avereipena e dolore intollerabile per la dannazione e pena vostra, la quale pena séguita dopo la colpa: perchè teneramente amo la vostra salute. E perchè io v’amo, mi sono mossa dall’affamato desiderio della vostra salute dell’anima e del corpo a scrivere a voi; acciocchè, se caduta sete in questa tenebra, voi aviate materia d’uscire; ese voi non ci sete, perchè voi eleggiate innanzi la morte che caderci mai.

Ho scaricata la coscienzia mia. Sono certa che Dio v’ha dato tanto cognoscimento e senno, che, se voi vorrete, cognoscerete la verità, cognoscendola l’amerete; e amandola, non sarà offesa da voi mai. Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso; e quivi si consumi ogni amore proprio e piacere umano. Dilettatevi solo di piacere a Dio, e non alle creature fuori della sua volontà. Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Perdonatemi se io v’avessi gravata troppo di parole; ma l’amore della vostra salute, e il dolore cordiale diquello che io sento e veggo nella santa Chiesa, me ne scusi. Che se io potessi, a chi tanta eresia semina nel corpo mistico della santa Chiesa e nel corpo universale della religione cristiana, farei più tosto di fatti che di parole. Aiuterommi coll’arme dell’orazioni. Le quali orazioni, non la mia, che è debile per lo mio difetto, ma quelle degli altri servi di Dio sono forti; che le iniquitàdegli uomini del mondo non possono contro la forza sua, che è si forte che non tanto che gli uomini vinca, ma ella lega le mani della divina giustizia, placando l’ira di Dio, e chinandolo a fare misericordia al mondo. Con questo ci difenderemo, e chiederemo l’adiutorio suo; pregheremo che rompa il cuore di Faraone, e ammòlligli, ch’essi correggano la vita loro, e diano esempio di santa e onesta vita, e di vera e perfetta obbedienzia.

 Gesù dolce, Gesù amore.

Note

Note
1 Alla Reina di Napoli.

Lascia il primo commento

Di’ cosa ne pensi