Perché scegliere (ancora) il Reale-Antiseri per insegnare Filosofia
Un pensiero situato, fecondato dal sapere storico e dai rapporti con lo scibile scientifico e, soprattutto, non dimentico di quel lascito greco, latino e poi […]
Un pensiero situato, fecondato dal sapere storico e dai rapporti con lo scibile scientifico e, soprattutto, non dimentico di quel lascito greco, latino e poi […]
La prima e la seconda navigazione di Platone, la terza di Agostino sono tutte esemplate sulle esperienze nautiche nel “Mare nostrum”.
Il pregiudizio illuministico sul medioevo non è riuscito a imporsi, ma resta tuttavia duro a morire: serve quindi un buon revisionismo.
Siamo portati, per un pregiudizio radicato nelle rivoluzioni moderne, a valutare positivamente le istanze sorte “dal basso”, e a nutrire istintiva diffidenza verso le istituzioni gerarchiche e preesistenti. Ma perché?
Cosa resta a giugno, dopo otto mesi di lezioni, interrogazioni, compiti in classe e quel “molto altro” che è la vita scolastica? Riflettere.
La storia del pensiero, occidentale e non solo, è stata stravolta dalla Rivelazione dell’Amore di Dio, che previene e supera i meriti umani.
L’imperativo della cura del creato è divino, sí, ma Jonas lo trasse pure da Kant: c’è una responsabilità che impone prudenza.
L’Ottava di Pasqua esprime il senso escatologico del tempo, che il cristianesimo rivela non solo unico e univoco, ma votato alla Rinascita.
La lingua è un insieme di parole e strutture che sono al contempo espressioni individuali e condivisioni comunitarie: in una lingua si esprime la cultura e “l’anima” di un popolo di parlanti.
Dalla crisi della metafisica innescata col criticismo kantiano al panorama postmoderno del pensiero debole abbiamo perso certezze. Nell’arte ritroviamo una guida.
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