
Oscuro medioevo? Gettiamo via le lenti dell’ideologia!
Il pregiudizio illuministico sul medioevo non è riuscito a imporsi, ma resta tuttavia duro a morire: serve quindi un buon revisionismo.
Il pregiudizio illuministico sul medioevo non è riuscito a imporsi, ma resta tuttavia duro a morire: serve quindi un buon revisionismo.
Siamo portati, per un pregiudizio radicato nelle rivoluzioni moderne, a valutare positivamente le istanze sorte “dal basso”, e a nutrire istintiva diffidenza verso le istituzioni gerarchiche e preesistenti. Ma perché?
Cosa resta a giugno, dopo otto mesi di lezioni, interrogazioni, compiti in classe e quel “molto altro” che è la vita scolastica? Riflettere.
La storia del pensiero, occidentale e non solo, è stata stravolta dalla Rivelazione dell’Amore di Dio, che previene e supera i meriti umani.
L’imperativo della cura del creato è divino, sí, ma Jonas lo trasse pure da Kant: c’è una responsabilità che impone prudenza.
L’Ottava di Pasqua esprime il senso escatologico del tempo, che il cristianesimo rivela non solo unico e univoco, ma votato alla Rinascita.
La lingua è un insieme di parole e strutture che sono al contempo espressioni individuali e condivisioni comunitarie: in una lingua si esprime la cultura e “l’anima” di un popolo di parlanti.
Dalla crisi della metafisica innescata col criticismo kantiano al panorama postmoderno del pensiero debole abbiamo perso certezze. Nell’arte ritroviamo una guida.
Lo scetticismo antico fu per molti aspetti antesignano del nostro “pensiero debole”: Pirrone propose i rimedî dell’afasia e dell’atarassia.
Attraversò tutto il XX secolo, vedendone la brevità e la lunghezza; il suo pensiero rielabora Husserl e Heidegger alla luce del Talmud.
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