«L’aborto non è mai medicalmente necessario», Facebook se ne faccia una ragione

https://www.facebook.com/ProLifePiper2/photos/a.10155090740544633/10155090740299633/

Ora.
Il signor fb mi perdonerà, ma siccome sono circa due mesi che mi propina banche del seme (bleah) o cliniche per la fecondazione assistita (a me?) e tutti sappiamo che le Naprotecnologie siano parimenti vincenti, io ho un paio di cosucce da dire a proposito del magnifico lavoro che Live Action compie quotidianamente, capitanato da quella che è l’eroina di mia figlia, Lila Grace Rose (che, come Thérèse Hargot, non solo ha una competenza mostruosa, ma è una bella donna dallo sguardo dolce e determinato). Se la causa “pro-Life” italiana è – come più volte ho letto qui e là – una perdita di tempo o, peggio, un mezzo per arrivare a odiare le donne (sì, lo so, ma ne sono convinte davvero), perché censurare? Ai miei tempi si censurava il pensiero di chi si temeva, di chi si pensava potesse divulgare le proprie opinioni. E invece il signor fb, dopo che mi ha propinato succhi di frutta e biscotti arcobalenati per settimane (quelli sì che sono l’emblema del rispetto massimo, soprattutto verso le donne sfruttate per la GPA e i bambini acquistati per rendere felici degli adulti viziati), censura un post interessante, quello che afferma che non ci sono ragioni mediche per far abortire le donne.

E quali sarebbero le “ragioni mediche”?

Nel caso invece si tratti di «processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna» la valutazione riguarda la presenza non di un rischio per la vita, ma di un grave pericolo per la salute della donna. Anche il “grave pericolo” prevede due possibilità. La prima si riferisce alla presenza di processi patologici che determinino un grave pericolo per la salute fisica della donna. In questo caso le patologie in grado di compromettere gravemente la salute di una donna in gravidanza possono essere ricondotte a quelle malattie in genere già presenti prima della gestazione e che possono seriamente peggiorare a causa della gravidanza (diabete non compensato, gravi cardiopatie, tireotossicosi ecc.).

Queste situazioni sono oggi relativamente rare. Una donna è generalmente già a conoscenza di gravi patologie prima dell’insorgenza della gravidanza, tenuto conto anche dell’aumento dell’età media del primo parto. Ricordiamo che in Italia l’età media del primo parto è passata dai 29,1 anni del 1991 ai 31,4 anni del 2011 e nel caso di gravidanza indesiderata la donna decide per l’IVG fin dal primo trimestre, di solito su consiglio medico.

Non si può escludere, però, che in alcuni casi la diagnosi di gravidanza venga fatta in un periodo successivo al 90o giorno di amenorrea e quindi si renda necessario percorrere la procedura prevista per una IVG del secondo trimestre.

La seconda possibilità interessa invece quelle donne che potrebbero subire dal proseguimento della gravidanza un grave nocumento per la loro salute psichica.

Qui la legge introduce una possibile causa di pericolo per la salute psichica della donna, ma questa non è la sola evenienza. Il testo dice infatti “tra cui” perché prevede anche la presenza «di rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro».

E non lo dico mica io, ma chi ne sa molto di più.

Per cui, il mio personale massimo rispetto e comprensione va a tutte le donne che si trovano a far fronte a diagnosi infauste per i loro bambini (ne conosco alcune), ma il signor fb mi scuserà, tuttavia le sue competenze scientifiche sono del tutto opinabili.

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