Ddl Zan: quali omissioni manderanno i cristiani in galera

Rembrandt van Rijn, L'apostolo Paolo in carcere (part.), 1627, Staatsgalerie Stuttgart

Il ddl Zan è in ordine di tempo l’ultima occasione di frizione politica per cui la Chiesa Cattolica in Italia abbia scelto di pronunciare apertamente ed espressamente la propria netta contrarietà.

Risuona ancora forte il comunicato della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana dello scorso 10 giugno:

“Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde”, sottolinea Papa Francesco, mettendo fuorigioco ogni tipo di razzismo o di esclusione come pure ogni reazione violenta, destinata a rivelarsi a sua volta autodistruttiva. Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale –costituiscono una violazione della dignità umana, che – in quanto tale – deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Trattamenti pregiudizievoli, minacce, aggressioni, lesioni, atti di bullismo, stalking… sono altrettante forme di attentato alla sacralità della vita umana e vanno perciò contrastate senza mezzi termini. Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio. Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia: anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni. Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso. Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto. Nella misura in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del Paese.

Comunicato Stampa della Presidenza della Cei sul ddl Zan, 10 giugno 2020
Rembrandt van Rijn,
L’apostolo Paolo in carcere (part.),
1627, Staatsgalerie Stuttgart

Ancora negli scorsi giorni il quotidiano della Cei sintetizzava in numero di otto le ragioni per cui opporsi francamente alla “legge contro l’omo-transfobia”. Se la fretta dell’Esecutivo nel far approvare la legge fascistissima che il ddl Zan già promette di essere appare fuori luogo nella grave crisi socio-sanitaria in atto su scala planetaria – crisi per la quale da marzo è invocato lo stato di emergenza e si governa a colpi di Dpcm –, l’indelicatezza di votare il ddl mentre il cardinale Bassetti, in terapia intensiva, lotta contro il Covid tra la vita e la morte è la beffa montata sul danno a mo’ di ciliegina sulla torta.

Che i cattolici si sentano tanto insidiati da una norma destinata – sulla carta – a proteggere minoranze indifese da soprusi odiosi è cosa degna di nota: nessun altro raggruppamento sociale di competente entità, infatti, rivendica oggi il diritto di professare un’antropologia che continui serenamente a considerare l’omosessualità (e non le persone con attrazione per le persone dello stesso sesso) un’anomalia della natura derivata dalla caducità del peccato e non rispondente al disegno del Creatore/Redentore.

Il problema tuttavia non è che il Parlamento italiano non abbia riguardo per il cittadino Gualtiero Bassetti (il quale tuttavia rappresenta le autorità spirituali di gran parte dello stesso Popolo che in Parlamento manda i suoi eletti…), bensí che nelle stesse Camere non si trovino, all’atto pratico, deputati e senatori pronti a premere ciascuno un tasto sulla propria scrivania perché il ddl Zan non diventi legge dello Stato. La diaspora politica dei cattolici – quello è il problema.

Ringrazio molto Gabriele Marconi che si è sobbarcato l’incarico di studiare i numeri del voto del 4 novembre alla Camera. Questo che segue è il suo resoconto.

Giovanni Marcotullio


DDL ZAN – Il CENTRODESTRA ABBANDONA LA NAVE, 
LA MAGGIORANZA IN CROCIERA

I numeri c’erano con un margine di 10-20 voti, ma le opposizioni accusano una moria di parlamentari (sani). Quasi metà di Forza Italia diserta, uno su quattro nella Lega, uno su cinque di Fratelli d’Italia. Perché dovremmo credere che al Senato alzeranno le barricate?

Quando si conclude la votazione n.41 del 4 novembre alla Camera l’esito appare un vero e proprio baratro. Per la votazione finale del ddL Zan sull’«omolesbobitrans(varie ed eventuali)fobia» – altresì Testo unificato delle proposte di legge: Boldrini e Speranza; Zan ed altri; Scalfarotto ed altri; Perantoni ed altri; Bartolozzi: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere (A.C. 107-569-868-2171-2255-A) – risultano 265 voti favorevoli, 193 contrari, 1 astenuto: 72 voti di distacco, un vantaggio che si mostra subito come incolmabile, titanico. Inutile anche solo provare a contrastare l’approvazione, dicono dalle file del centrodestra. 

Uno scarto incolmabile? Quanto vale l’opposizione

Inutile, sì, fino a che non si osservano i verbali di seduta. Dove fin dalle prime righe si legge che i deputati iscritti in missione per la seduta mattutina risultano 104 (circa un deputato su 6), 32 in più dello scarto utile per l’approvazione. Per la specifica votazione sarebbero 66 i deputati in missione non rientrati per il voto. Ma mancano ancora tanti deputati assenti senza giustificazione istituzionale che sia pervenuta agli Uffici. Quanti per la specifica votazione? E quanti in totale tra deputati in missione e assenti non giustificati? 

2 commenti

  1. “Che il Male si
    manifesti sotto l’aspetto della luce, del benvolere, dello storicamente necessario, del socialmente giusto, è un fatto semplicemente disorientante per chi viene dal nostro mondo tradizionale di concezioni etiche; per il cristiano, che vive della Bibbia, ciò è proprio la conferma dell’abissale malvagità del Male.”
    (Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e Resa, Bompiani, Milano, 1969, pag. 55)

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