Ratzinger e l’eresia: cosa direbbero i Re Magi a Mons. Livi

Tornando a “Gesù di Nazaret”

E tra la penultima e l’ultima di queste otto omelie Benedetto XVI licenziava per le stampe il suo ultimo lavoro per la trilogia su Gesù di Nazaret («Senza h», in italiano – si premurava di ricordare pubblicamente l’erudito pontefice): il 15 agosto 2012 veniva firmato il Vorwort del Prologo dedicato ai Racconti dell’infanzia. Anche lì, come si capisce, Benedetto XVI si diffuse sui santi Magi e sul loro significato teologico. Visto che ci siamo, mi pare utile spizzicare anche da quel piatto qualche passaggio che non mi pare sia stato esaurito dalle otto omelie:

L’ambivalenza del concetto di “Magi”, sulla quale qui indugiamo, denota l’ambivalenza del fatto religioso in quanto tale. Esso può portare alla vera conoscenza, può diventare via verso Gesù Cristo. Laddove invece a fronte della Sua presenza non si apre ad essa, si volge contro l’unico Dio e l’unico Salvatore, e allora diviene demoniaco e distruttore.

Benedikt XVI., Jesus von Nazareth 3, 102

Questa mi pare notevole soprattutto perché uno dei capisaldi dell’accusa di modernismo è da sempre il far coincidere il “fatto religioso”, il “senso religioso”, il “religioso” tout court con la fede teologale. In tal senso, dunque, queste righe sono quanto mai eloquenti.

Per il momento ci occupiamo della questione su che tipo di uomini dovevano essere costoro, che si erano messi in cammino verso il Re. Essi desideravano lasciarsi guidare dalla stella, ma non tutti quelli che sapevano computare la congiuntura dei pianeti e l’avevano vista pensarono a un re in Giudea – che avesse un significato anche per loro.

Ivi, 103

Questa considerazione vendica, insieme con la ragionevolezza della fede, anche la libertà dell’atto di fede (un’antinomia difficile da risolvere, senza voler mettere piede nel fango della storia…): credere è ragionevole e, di più, la razionalità può condurre alla vera fede – non però facendo violenza all’insondabile mistero della coscienza dell’uomo1Vale la pena ricordare la duplice lezione del Concilio Vaticano II: «La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità» (Gaudium et spes 16); «[…] tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne Dio e la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a rimanerle fedeli» (Dignitatis Humanæ 1)..

E ancora due bei passaggi in cui si evince l’unicità e la chiarezza dell’economia divina, che ha disposto molti mezzi per avvicinare gli uomini all’unico salvatore.

Differenti fattori potevano congiungersi e concorrere a lasciar intravedere nella lingua delle stelle un messaggio di speranza. Ma tutto questo poteva solo mettere gli uomini – quando quelli fossero stati uomini dall’interiorità inquieta, uomini di speranza – sulla via indicata dalla stella, dove avrebbero potuto intravedere la salvezza. Però gli uomini di cui parla Matteo non erano solamente astronomi, erano “sapienti”. Essi stanno a indicare la dinamica intrinseca dell’autosuperamento delle religioni, che significa ricerca della verità, ricerca del vero Dio e contestualmente filosofia nel senso originario della parola. Così la sapienza cura anche il messaggio della “scienza”: la razionalità di quest’alleanza non risiede in un mero e statico sapere, bensì richiede la comprensione del tutto e spinge così la ragione verso le sue più eccelse possibilità.

Ivi, 104.

Essi stanno a indicare l’intima attesa dello spirito umano, il movimento delle religioni e della ragione umana verso Cristo.

Ivi, 106

In ultimo, vale la pena di fare un rapido balzo – appena qualche pagina – per tornare con Benedetto XVI alla questione iniziale: non l’accusa di modernismo (le sciocchezze ce le siamo lasciate alle spalle da un pezzo), ma l’alienazione della teologia.

La risposta dei sommi sacerdoti e degli scribi alla domanda dei sapienti ha sì un contenuto pratico-geografico che aiuta i Magi nel prosieguo. Eppure essa non è semplicemente un’interpretazione geografica, ma pure teologica, del luogo fisico e dell’avvenimento. Che da quell’informazione Erode tragga le proprie conseguenze è cosa fin troppo chiara. Una cosa che desta stupore, invece, è che i conoscitori delle Sacre Scritture non sembrino trarre le conseguenze pratiche. Forse bisogna intravedervi l’immagine di una teologia che si dissipa nella disputa accademica?

Ivi, 113.

Note

Note
1 Vale la pena ricordare la duplice lezione del Concilio Vaticano II: «La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità» (Gaudium et spes 16); «[…] tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne Dio e la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a rimanerle fedeli» (Dignitatis Humanæ 1).
Informazioni su Giovanni Marcotullio 296 articoli
Classe 1984, studî classici (Liceo Ginnasio “d'Annunzio” in Pescara), poi filosofici (Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, PhD RAMUS) e teologici (Pontificia Università Gregoriana, Pontificio Istituto Patristico “Augustinianum”, Pontificia Università “Angelicum”, PhD UCLy). Ho lavorato come traduttore freelance dal latino e dal francese, e/o come autore, per Città Nuova, San Paolo, Sonzogno, Il Leone Verde, Berica, Ταυ. Editor per Augustinianum dal 2013 al 2014 e caporedattore di Prospettiva Persona dal 2005 al 2017. Giornalista pubblicista dal 2014. Speaker radiofonico su Radio Maria. Traduttore dal francese e articolista per Aleteia Italiano dal 2017 al 2023.

1 commento

  1. Salve a tutti! Che Dio vi benedica!
    Personalmente cerco di seguire il “comandamento” di Gesù di essere unito, anzi “uno”, con tutti i suoi seguaci, meglio, con tutti quelli che credono in Cristo Gesù e che quindi uniti a Lui cercano di comporre quell’unico corpo (pur formato da diverse membra) che è la Sua Chiesa.. Però -con tutti i miei sforzi sopratutto nella preghiera quotidiana- non riesco ancora a digerire tutto questo ambaradan che è nato fra i ‘cristiani’ (virgolette obbligatorie) a seconda del Papa -o meglio di quello che il papa esterna- emerito o reggente o passato che più gli piace a questa ‘corrente’ o a quella… ingenuo io che pensavo che le ‘correnti’ ci fossero solo in politica e solo nella ex DC ! Leggo ‘breviarium’ da qualche mese ed anche questo articolo mi sembra sia più sull’intento di unire che di dividere… altrove invece, leggo siti ‘cattolici’ o ‘cristiani’ che fanno articoli imbarazzanti (per chi li scrive … io penso) sui migranti e su una certa ‘apologetica’ verso addirittura la vendita di bombe (da parte di aziende italiane) agli stati che poi le scaricano (le bombe) sulla testa delle persone… Scopro con tristezza che molti di questi ‘cristiani’ imputano il calo di fedeli (loro dicono anche di fede … ma direi che misurare la Fede sia sempre una cosa impossibile ed inutile da farsi) e di vocazioni eccetera… legano tale calo alla “nuova” liturgia e alla “nuova” teologia… che ha tutto “semplificato” nel senso di “svuotato” eccetera… sarà anche come dicono loro ma a me viene in mente il parallelo con le liturgie orientali ortodosse che sono rimaste invariate da secoli con tutta la carica di mistero che -ragionando come questi cristiani nostalgici- nasce dalla proclamazione di testi in greco antico (non più conosciuto nemmeno dai greci di oggi) e da tutta una ‘misteriosa’ azione liturgica che crea dei momenti di grande ed affascinante mistero… sarà così, mi ripeto, però ho come il triste sospetto che anche colà ci sia un sensibile calo di fedeli e di vocazioni tanto che alcune Chiese, in passato fiorenti, oggi sono sparite nel nulla… Se ho capito bene lo schema mentale dei questi ‘cristian0-nostalgici’ forse il calo evidente colà non dipenderà dalla liturgia (che come detto hanno ‘mantenuto’ invariata) ma forse dalla fatto che presso i nostri fratelli Ortodossi vige, già da lungo tempo, una sorta di “misericordia estesa” che permette la benedizione di una seconda messa a separati che vogliono risposarsi con un nuovo partner… non è una messa di matrimonio ma sempre una liturgia benedizionale è… sacrilegio? Ratzinger ha mostrato di essere un Papa, un Vescovo ed un uomo al di sopra di ogni critica con il coraggio immane che gli ha permesso di fare una scelta considerata inammissibile… secondo il mio modesto parere egli soffre indicibilmente di queste ‘correnti’ e ‘divisioni’ che sono nate -in modo pretestuoso- da alcune sue azioni e da alcuni suoi scritti… Confesso che anche io ci ho messo del tempo prima di apprezzare pienamente come merita l’uomo Ratzinger… penso che molti suoi forsennati ‘fan’ ed anche alcuni suoi ‘detrattori’ non l’abbiano voluto conoscere/capire con attenzione. Del resto, come dice l’articolista, solo una vera adesione a Cristo è buon viatico per una più fedele comprensione del Suo Disegno per l’umanità.
    Saluti. RobertoAbate

Di’ cosa ne pensi