Il Sinodo sull’Amazzonia tra intrighi e depistaggi

di Nicolas Senèze1Da La Croix del 13/09/2019.

Il cardinale americano Raymond Burke pubblica, questa volta assieme al vescovo ausiliario di Astana, un nuovo testo che attacca il documento di lavoro del Sinodo accusato di contenere “errori” e “eresie”.

Il cardinale Raymond Burke, ormai senza alcuna reale responsabilità presso la Santa Sede, e Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliario di Astana (Kazakistan), hanno reso pubblico, giovedì 12 settembre, un nuovo documento di denuncia degli “errori” e delle “eresie” che i due pensano di aver individuato nel documento di lavoro del Sinodo sull’Amazzonia che si aprirà il 6 ottobre prossimo in Vaticano.

In questo lungo documento di otto pagine, pubblicato in più lingue sui soliti siti di opposizione a papa Francesco, annunciano anche una «crociata di quaranta ore di preghiera e di digiuno».

In particolare chiedono che papa  Francesco «non acconsenta all’abolizione del celibato sacerdotale nella Chiesa latina», che tuttavia non è all’ordine del giorno del Sinodo che deve solamente discutere, nel quadro dell’adattamento delle strutture della Chiesa alle realtà dell’Amazzonia, la possibilità di ordinare degli uomini sposati.

Una visione alquanto eurocentrica

Allo stesso modo, i due sembrano confondere col ministero dell’ordinazione l’appello del documento di lavoro a riflettere su «un tipo di ministero ufficiale» che potrebbe essere conferito alle donne.

I due vescovi, che da molti anni animano l’opposizione al papa moltiplicando le dichiarazioni, denunciano anche il «panteismo implicito» dell’Instrumentum laboris che, a loro modo di vedere, «promuove una  socializzazione pagana della “Madre Terra”», trasformerebbe delle «superstizioni pagane» in «fonti della Divina Rivelazione» e in «percorsi alternativi per la salvezza».

All’interno di una visione alquanto eurocentrica, che confonde in maniera davvero ampia la cultura occidentale e la dottrina cattolica, denunciano anche la preoccupazione del Sinodo per l’inculturazione vedendo nella «conversione pastorale e missionaria» evocata dal documento la rinuncia a «introdurre una dottrina e una pratica della verità e della bontà universali».

Contro l’«ecologia integrale»

Così, secondo loro, l’aspirazione del Sinodo a una maggiore preoccupazione per le culture dei popoli autoctoni porterebbe alla promozione di «un collettivismo tribale che mina il carattere unico della persona e la sua libertà».

A tal proposito, colgono l’occasione per criticare il concetto di «ecologia integrale», reso popolare però da Benedetto XVI prima di essere ripreso nella Laudato si’, ma che, ai loro occhi, «declassa la dignità umana».

All’inizio del mese, il cardinale Burke, questa volta assieme al cardinal Walter Brandmüller, aveva scritto a tutti i cardinali per denunciare l’«ambiguità» del documento di lavoro che, secondo loro, «sembra» anche, in certi punti, «non solo in dissonanza con l’autentico insegnamento della Chiesa, ma addirittura contraddirlo».

Il celibato per distogliere l’attenzione

In maniera inedita, i due colgono l’occasione per attaccare violentemente il loro confratello, il cardinale Claudio Hummes, nominato relatore generale del Sinodo da papa Francesco.

Questi intrighi mediatici da parte di un piccolo gruppo di cardinali e di vescovi tra i più contrari alle riforme di papa Francesco sembrano voler focalizzare il dibattito del Sinodo sulla questione dell’ordinazione di uomini sposati, da loro vissuta come l’abolizione del celibato ecclesiastico.

Un modo anche, da parte loro, per distogliere l’attenzione dai temi sociali, economici e ecologici che il Sinodo dovrà ugualmente affrontare e che inquietano potenti lobby, sia imprenditoriali che politiche.

Note

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1 Da La Croix del 13/09/2019.

1 commento

  1. Salve!

    Ho letto un commento (da facebook?) qui sotto ed
    alcuni commenti in un altro articolo di questo sito
    da tal “flora”…

    Siamo in momenti di crisi, è la peggior crisi della Chiesa
    cattolica? Forse no … non lo so.
    Qualcuno mi pare abbia citato “l’anticristo” di Soloviev…
    al di là di tutto, se non ricordo male…
    alla fine del racconto di Soloviev i cattolici sono
    pochissimi, un manipolo, forse meno… ma sono
    tutti raccolti attorno al loro Papa !
    E la battaglia contro l’anticristo viene vinta
    perché anche i protestanti e gli ebrei si
    riuniscono sotto la protezione dell’unico Papa
    cattolico…

    Poi leggo dotti commenti come quello qui sotto
    sul cambio di comando in uno degli istituti,
    voluto dal nuovo papa….

    Sembra che qualcuno ci sia rimasto male, come
    è naturale in tutti i cambiamenti…

    Io lavoro in una grande azienda e quando cambia
    la Dirigenza o anche solo il direttore generale
    (o il CEO come si dice oggi) ci sono sempre delle
    “rivoluzioni” e certi cambiamenti, a me che lavoro
    lì da 30 anni, mi sembrano stupidi ecc….

    Mi metto di traverso? Un po’ sì lo ammetto,
    ho sempre avuto però il buon istinto al
    dialogo ergo cerco un confronto ed un
    chiarimento sulle motivazioni e sugli intenti.

    Non sempre mi viene dato ma sempre mi viene
    data la rassicurazione che i cambiamenti sono nell’interesse
    di tutta l’azienda e ciò mi basta…

    Io come collaboratore sento in me stesso
    il dovere, il piacere e la “missione” di lavorare
    nell’interesse mio, dei mie famigliari e dell’azienda
    cioè di tutte le persone che beneficiano dei lavori dell’azienda!

    Ergo anche se a volte con fatica ed uno sforzo di umiltà,
    la sana umiltà che -come detto da mons. Monari-
    è una qualità sopratutto “sociale” cioè dell’intera
    comunità più che del singolo…

    Quindi invito i cattolici che vogliono bene alla Chiesa
    come membra di Cristo e non alla chiesa come
    uffici e istituti…. di esercitare quotidianamente
    e con perseveranza la virtù della umiltà, della
    obbedienza e della carità in modo da divenire
    co-edificatori del disegno di Dio sul mondo che
    è edificare Cristo!
    (cioè non i palazzi o le istituzioni o le funzioni
    personali ecc…)

    Altrimenti di cosa stiamo a parlare noi cristiani?
    Da che cosa ci differenziamo dagli atei?

    Ci rendiamo conto che a livello di organizzazione
    e di istituzioni eccetera gli atei ci stanno
    davanti? Ci rendiamo conto che a livello
    di scelte singole nella società gli atei
    ci stanno davanti?

    E’ questa la vera crisi della Chiesa oggi…
    non ci sentiamo più edificatori di Cristo
    ma solo di noi stessi, come fanno gli atei
    molto meglio di noi!

    Cosa dovrebbe fare una persona in cerca della fede?
    Quale testimonianza deve seguire?
    Meglio quella atea senza dubbio!

    Dov’è che noi cristiani facciamo testimonianza di
    Cristo se non nell’obbedienza nell’umiltà e
    nella carità (ed anche nella pazienza che
    deriva da quelle) ?

    Non servono le liturgie in latino o le
    lussuose liturgie, non servono gli istituti,
    serve una testimonianza vera e percorribile:
    “io sono la Via, la Verità e la Vita”

    Dove si vedono, in molti cristiani di oggi
    queste tre “V”…

    Ormai usiamo, fra di noi e contro il papa,
    solo la V di grillo!

    saluti

    RA

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