Recite natalizie e “cultura cristiana” a scuola: andare oltre le barricate ideologiche

L’avvicinarsi del Natale si riconosce per due inequivocabili segni: la comparsa di precocissime luminarie nei centri commerciali e l’inizio delle prove dei saggi natalizi nelle scuole.

A corollario di questi eventi, non mancano mai le polemiche: quest’anno è toccato a Terni aprire le danze dei litigi natalizi, con lo scoppio del presunto caso di divieto di recita a tema religioso da parte di una dirigente scolastica della città.

Leggiamo dai giornali le dichiarazioni dell’assessore Alessandrini e la replica della dirigente:

Inutile sottolineare – spiega la Alessandrini – la delusione e l’amarezza che ho provato nell’apprendere la notizia. Mi auguro ci sia un ripensamento in tal senso in considerazione del rispetto di quei valori cristiani che fanno parte della nostra storia e del nostro patrimonio culturale. Rispettare chi professa altre religioni non significa dover rinunciare per forza a riconoscere le nostre radici, anzi. Solo rispettando quello che siamo stati e, quindi, quello che siamo, riusciremo a far capire agli altri che ognuno è libero di professare la propria fede, ma è anche tenuto a rispettare la storia e la cultura del paese dove vive. Spero venga consentito a bambini e ragazzi dell’istituto di vivere e condividere con i compagni e i propri genitori i momenti più belli, intensi e significativi del Natale.

«L’idea di realizzare nella nostra scuola un presepe vivente era soltanto un’ipotesi, dunque la questione è insussistente». È la replica che arriva dalla dirigente scolastica della scuola primaria del centro di Terni dove dunque sarebbe stata vietata la recita. «Ma il termine vietare è assolutamente inappropriato e il tema non dovrebbe essere all’ordine del giorno per un assessore. La nostra scuola è un esempio di tolleranza, rispetto e integrazione ed è sufficiente aprire l’homepage del sito della direzione didattica per notare che viene riportata la visita pastorale del vescovo Giuseppe Piemontese. In tutte le scuole della nostra direzione vengono fatti presepi e canti natalizi, dunque il rispetto è totale per tutte le sensibilità, anche religiose. Ma senza superare certi limiti e seguendo le regole base imposte dal principio di laicità della scuola».

Salvini su facebook ci ha fatto sapere la sua opinione1Si avvicina il Natale e spuntano di nuovo “dirigenti scolastici” che vogliono impedire le recite ai bambini. Solo a me sembra una emerita IDIOZIA? Non si tratta solo di religione, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni, io non mollo! Diffondiamo! immancabile:

Alessandra Gallone, di Forza Italia, aggiunge:

A volte il silenzio è d’oro. La risposta della dirigente scolastica della primaria di Terni, dove è stata vietata la recita natalizia del presepe vivente, è francamente imbarazzante. Parlare addirittura di limiti da non superare è un esercizio della moderna arretratezza culturale che imperversa in alcuni istituti. Disperdere i nostri valori religiosi, indebolire le nostre radici cristiane (…) è un danno enorme che facciamo a noi stessi e soprattutto ai nostri figli.

Giacché tutti si esprimono sull’argomento, non voglio esimermi nemmeno io e dico in tutta franchezza che io sono favorevole all’eliminazione di tutti i saggi scolastici, natalizi e di fine anno, che ammorbano la scuola di ogni ordine e grado da almeno 15 anni e il cui scopo didattico è evanescente, la qualità oggettiva dei risultati bassina e le conseguenze culturali e anche religiose sulle comunità cristiane più gravi del previsto.

Cerco di spiegarmi: quando andavo a scuola io, non esistevano le recite di fine anno, le feste, i saggi e le rappresentazioni teatrali, perché a scuola si andava per imparare nozioni, non per passare il tempo. Le filastrocche natalizie si recitavano in parrocchia, le poesie su Gesù Bambino le insegnavano le catechiste, perché erano faccende religiose e la festa intorno al Natale era veramente a tema con la nascita di Nostro Signore.

Note

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1 Si avvicina il Natale e spuntano di nuovo “dirigenti scolastici” che vogliono impedire le recite ai bambini. Solo a me sembra una emerita IDIOZIA? Non si tratta solo di religione, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni, io non mollo! Diffondiamo!

3 commenti

  1. Si avvicina il Natale e spuntano di nuovo “dirigenti scolastici” che vogliono impedire le recite ai bambini. Solo a me sembra una emerita IDIOZIA? Non si tratta solo di religione, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni, io non mollo! Diffondiamo

  2. Posso anche essere d’accordo , ma, dovendosi fare la recita di Natale ( praticamente obbligatoria, in effetti ), ed essendo presentata come recita di Natale, nelle recite di Natale dei miei figli avrei auspicato canzoni che parlassero di Gesù bambino e non Imagine di John Lennon e simili.
    E’ capitato persino, negli anni, che un paio di bambini musulmani , fossero lasciati fuori durante la visita di una bellissima chiesa antica cittadina, per non urtare la loro sensibilità !
    In entrambi i casi, qualche parola l’ho detta, con qualche esito pure, negli anni successivi
    ( le maestre erano in totale buona fede !), ma certo concordo che il portarle i figli alla messa di mezzanotte sia stato di gran lunga più importante.

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