«Questo tempo di grande crisi è un tempo di grazia». Parola di mons. Gänswein

Monsignor Georg Gaenswein durante la registrazione del programma ''A sua immagine'' su Rai 1, condotto da Lorena Bianchetti, Roma, 1 aprile 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

1Per gentile concessione, riportiamo l’integrale della presentazione di mons. Georg Gänswein alla traduzione italiana del volume di Rod Dreher “L’Opzione Benedetto”, pronunciato oggi nella Sala Aldo Moro del Parlamento Italiano in Roma.Ringrazio cordialmente per l’invito in questo Parlamento, che ho accettato volentieri, a presentare il volume di Rod Dreher che viene dall’America e del quale avevo già sentito molto parlare. Benedetto da Norcia, il padre del monachesimo al quale il libro deve il suo titolo programmatico, mi ha molto stimolato a venire qui oggi. Ma mi ha anche molto toccato e commosso la data in cui ci incontriamo con il valente autore qui a Roma.

Perché oggi è l’11 settembre che in America, dall’autunno del 2001 in poi, viene chiamato solo e semplicemente “Nine/Eleven”, per ricordare quella sciagura apocalittica nella quale allora membri dell’organizzazione terroristica Al Quaida, attaccarono gli Stati Uniti d’America a New York e a Washington di fronte agli occhi del mondo intero, utilizzando come granate due aerei di linea dirottati in volo pieni di passeggeri.

Quanto più, nel turbine di notizie delle ultime settimane, mi curvavo sul libro di Rod Dreher, tanto più – a seguito della pubblicazione del rapporto del Grand Jury della Pennsylvania – in questo nostro incontro non potevo non scorgere un vero e proprio atto della Divina Provvidenza: oggi, infatti, anche la Chiesa cattolica guarda piena di sconcerto al proprio “Nine/Eleven”, al proprio 11 settembre, anche se questa catastrofe non è purtroppo associata a un’unica data, quanto a tanti giorni e anni, e a innumerevoli vittime.

Vi prego di non fraintendermi: non intendo confrontare né le vittime né i numeri degli abusi nell’ambito della Chiesa cattolica con le complessive 2.996 persone innocenti che l’11 settembre persero la vita a seguito degli attentati terroristici al World Trade Center e al Pentagono.

Nessuno (fino ad ora) ha attaccato la Chiesa di Cristo con aerei di linea pieni di passeggeri. La Basilica di San Pietro è in piedi e così anche le cattedrali in Francia, in Germania o in Italia che continuano a rappresentare l’emblema di molte città del mondo occidentale, da Firenze a Chartres, passando per Colonia e Monaco di Baviera.

E tuttavia, le notizie provenienti dall’America che ultimamente ci hanno informato di quante anime sono state ferite irrimediabilmente e mortalmente da sacerdoti della Chiesa cattolica, ci trasmettono un messaggio ancor più terribile di quanto avrebbe potuto essere la notizia dell’improvviso crollo di tutte le chiese della Pennsylvania, insieme alla“Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione” a Washington.

Dicendo questo, ricordo come se fosse ieri quando il 16 aprile 2008, accompagnando Papa Benedetto XVI proprio in quel Santuario Nazionale della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America, egli in modo toccante cercò di scuotere i vescovi convenuti da tutti gli Stati Uniti: parlava chino per la “profonda vergogna” causata “dall’abuso sessuale dei minori da parte di sacerdoti” e “dell’enorme dolore che le vostre comunità hanno sofferto quando uomini di Chiesa hanno tradito i loro obblighi e compiti sacerdotali con un simile comportamento gravemente immorale”.

Ma evidentemente invano, come vediamo oggi. Il lamento del Santo Padre non riuscì a contenere il male, e nemmeno le assicurazioni formali e gli impegni a parole di una grande parte della gerarchia.

E ora Rod Dreher è qui fra noi e inizia il suo libro con queste parole: “Nessun vide arrivare l’alluvione, un autentico diluvio universale”. Nei suoi ringraziamenti, egli esprime particolare gratitudine a Benedetto XVI. E a me sembra che abbia scritto ampie parti del libro quasi in un dialogo silenzioso con il Papa emerito che tace, rifacendosi alla sua forza profetico-analitica, come ad esempio quando scrive:

Nel 2012 l’allora Pontefice disse che la crisi spirituale che sta colpendo l’Occidente è la più grave dalla caduta dell’Impero Romano, occorsa verso la fine del V secolo. La luce del cristianesimo sta spegnendosi in tutto l’Occidente.

Perciò vi prego di permettere di seguito anche a me di accompagnare la presentazione dell’“Opzione Benedetto”di Rod Dreher con parole prese dalla bocca di Papa Benedetto XVI, pronunciate durante il suo ministero, che per me sono rimaste indimenticabili e che nel corso della lettura del libro mi sono via via ritornate in mente: ad esempio quelle dell’11 maggio 2010, quando durante il volo papale verso Fatima egli confidò ai giornalisti:

Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. […] Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire (in questo terzo segreto del messaggio di Fatima), vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa.

In quel momento egli era Papa già da cinque anni. E più di cinque anni prima – il 25 marzo 2005 – nel corso della Via Crucisal Colosseo, di fronte a Giovanni Paolo II morente, nella meditazione della nona stazione, il Cardinale Ratzinger aveva già trovato le seguenti parole:

Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa [corsivo del relatore, N.d.R.]? Quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci!

In precedenza, Giovanni Paolo II ci aveva insegnato che il vero e compiuto ecumenismo è l’ecumenismo dei martiri, per il quale nelle nostre angustie possiamo invocare santa Edith Stein, accanto a Dietrich Bonhoeffer, quali nostri intercessori in Cielo. Ma, come nel frattempo sappiamo, esiste anche un ecumenismo delle difficoltà e della mondanizzazione, e un ecumenismo dell’incredulità e della comune fuga da Dio e dalla Chiesa che attraversa tutte le confessioni. E un ecumenismo del generale oscuramento di Dio. Per questo quello che oggi viviamo è solo il crinale di un cambiamento d’epoca che Dreher profeticamente già un anno fa aveva presentato in America. Aveva visto arrivare la grande alluvione!

E tuttavia egli è anche fermo sul fatto che eclissi di Dio non significa affatto che Dio non c’è più, ma che molti non riconoscono più Dio perché di fronte al Signore si sono frapposte delle ombre che lo oscurano. Oggi sono le ombre dei peccati, dei misfatti e dei delitti dall’interno della Chiesa a oscurare a molti la vista della sua luminosa presenza.

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1 Per gentile concessione, riportiamo l’integrale della presentazione di mons. Georg Gänswein alla traduzione italiana del volume di Rod Dreher “L’Opzione Benedetto”, pronunciato oggi nella Sala Aldo Moro del Parlamento Italiano in Roma.

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