Quel campo scuola parrocchiale guidato dai maestri Luke e Yoda

di Claudia Cassano

Un ragazzo di 16 anni, in un incontro dell’oratorio dello scorso inverno, era stato molto chiaro: «La domenica mattina mi voglio riposare e se non mi sveglio tardi devo studiare, andare a messa non è la mia priorità». In fondo questa sua affermazione non fa una piega. Se i ragazzi (ma anche noi) non colgono gli impatti che la partecipazione alla celebrazione eucaristica possono avere sulle loro storie, perché dovrebbero andarci? Non diventa una priorità. A meno che… non li accompagnamo a fermarsi su quello che vivono durante la settimana e non scorriamo con loro gli impegni da affrontare, i compiti e le prove che eviterebbero volentieri, le relazioni con amici, prof, genitori… ma anche con se stessi… tutto ciò che li porta giorno dopo giorno a combattere…come degli jedi che vanno in cerca della Forza e che hanno bisogno di percepirla per vincere le loro battaglie contro il Lato Oscuro.

Che sia la Messa la fonte da cui attingere questa Forza? Siamo partiti da qui per progettare il campo estivo 2018 con i ragazzi dell’oratorio della Parrocchia SS. Annunziata di Roma all’Ardeatino: una settimana che abbiamo vissuto a fine luglio, ospitati nelle valli degli appennini emiliani. Eravamo 105: 85 adolescenti tra i 14 e i 18 anni, 1 sacerdote (o Maestro Yoda che dir si voglia), 15 educatori, 3 cuoche e un fac totum che ci aiutava per tutti i piccoli e grandi problemi. Avevamo un tema su cui riflettere: la Santa Messa. Ma c’era anche un altro tema che ha fatto da sfondo ai giochi che hanno allietato le nostre giornate: Star Wars.

Il tutto architettato con un equilibrio oserei dire fantascientifico: ogni giorno i ragazzi seguivano dei ritmi ben cadenzati, con un momento di preghiera a inizio e fine giornata, le attività di servizio (pulire la casa, apparecchiare e lavare i piatti), le riflessioni, i giochi, la Messa quotidiana, il tempo per stare insieme. In alcuni giorni ci sono state anche attività “extra”, come il Parco Avventura, la camminata in montagna, ma anche l’adorazione notturna e il deserto, a cui potremmo aggiungere la caccia al tesoro per il paese, la serata discoteca o quella a cantare intorno a un falò.

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Durante le attività di riflessione, i ragazzi erano divisi in gruppi secondo la loro età, così che potessero calarsi in modi diversi e adatti a loro nella comprensione della fasi della Messa e del loro significato, attraverso scenette, filmati, schede, esperienze concrete e ogni tanto, ebbene sì ahimè, anche qualche “spiegone”. Invece, durante le attività di servizio e i giochi, erano divisi in squadre di età miste, affinché potessero integrarsi tra grandi e piccoli, guidati da una coppia di educatori che interpretavano i personaggi di Star Wars, attraverso diverse gare improntate sull’eterna lotta tra bene e male. E nonostante debba ancora elaborare il trauma di essermi ritrovata a quarant’anni a correre di notte con un mantello nero vicino a un cimitero travestita da Imperatore Palpatine per spaventare i ragazzi, posso testimoniare che tutto ha funzionato benissimo! Sì, vero, i momenti critici non sono mancati (probabilmente i ragazzi stanno ancora discutendo se sia stato più grave lo scherzo dei filetti di sgombro messi dai maschi nei bagni delle femmine o quello del curry spruzzato dalle femmine sulle lenzuola e i vestiti dei maschi) ma la Provvidenza si è fatta sentire in mezzo a noi, sono nate nuove consapevolezze, nuove amicizie, nuove domande (meglio di tante risposte!), nuovi desideri di mettersi in cerca di questa Forza del Bene. E guai a chi pensa che questa generazione abbia perso la voglia di entrare in contatto con la Verità che è dentro di sé! La natura più intima dell’uomo non cambia, si tratta solo di trovare i giusti canali di comunicazione.

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