La campagna elettorale dei Nazgul

Onore al merito e all’onestà intellettuale di chi non si ricandida, ma ora occorre fare un passo avanti: smettiamola di votare i soliti partiti, le stesse facce che hanno lasciato approvare leggi inaccettabili. La logica della contaminazione, della fecondazione dei partiti dall’interno, è dimostrato dai fatti che non funziona, ed è particolarmente illusorio ritenere che possa funzionare con due o tre uomini fidati sparsi nello sterminato esercito di Mordor (sempre per rimanere nella metafora che pur non apprezzo in quanto svilisce le istituzioni).

Abbiamo visto i pregi e i limiti del progetto culturale ruiniano.

Abbiamo visto, forse non tutti lo ricordano, come la famosa legge 40 sulla fecondazione assistita fu approvata grazie ad un efficace e capillare lavoro di sensibilizzazione presso ogni singolo parlamentare, in modo trasversale agli schieramenti; ma abbiamo anche assistito alla sua drastica riduzione, quando a furia di sentenze sono saltati articoli su articoli, dal divieto di diagnosi preimpianto al limite di accesso alle sole coppie con patologie certe, e al divieto di eterologa. Persino la sconfitta del referendum abrogativo, una vittoria strategica del presidente della CEI, non riuscì ad arginare la successiva avanzata distruttiva della «intelligencija oggettivamente antagonista all’ordine occidentale-cristiano» (Pietro De Marco, qui). Brevissima parentesi: ci fu all’epoca anche chi ritenne immorale la legge 40, e condannò l’agire di chi ne fu promotore, perché normava qualcosa che a priori non è accettabile secondo l’etica cattolica. Una sorta di abdicazione totale dalla realtà, a mio modesto parere, tipo quella di chi oggi pretenderebbe di usare come parametro di cattolicità di un partito l’esplicito intento programmatico di abrogare la L.194.

Abbiamo visto il primo Family Day fermare i DICO (c’erano molti miei amici in quella piazza, molti altri no perché rifiutavano la presenza dei partiti in una manifestazione di popolo: anche io ero per questa seconda opzione, ma alla fine andai lo stesso a dare un’occhiata, e la trovai imponente) e infine ridursi a piattaforma per inviare in Parlamento i due portavoce dell’evento, con gli esiti che sappiamo.

Abbiamo visto che con i vescovi pilota si possono prendere cantonate, sono uomini come tutti gli altri. I pastori siano pastori d’anime e formatori di coscienze; mentre i credenti laici, secondo una coscienza rettamente formata e con raziocinio, facciano la propria parte nel consesso civile.

Vorrei per inciso precisare che ritengo alcune tematiche semplicemente umane e non religiose, e dunque credo che una lotta politica per determinati valori antropologici debba accomunare tutte le persone di buona volontà e non essere appannaggio esclusivo dei cattolici, troppo spesso considerati come una sorta di riserva indiana che pretende di resistere agli inarrestabili miti di progresso. Ma tant’è, quando si tratta di pensare alla casa comune in termini valoriali (che non sia il generico “onestà” buono per raccogliere istanze di cambiamento alquanto inconsistenti) e non soltanto economici, sono solo i cattolici che si rimboccano le maniche: aspettiamo che si facciano avanti laici non credenti ma seriamente e pensosamente impegnati a reintrodurre nel pubblico dibattito i fondamenti del diritto naturale (conforme, cioè, alla natura dell’uomo e quindi intrinsecamente giusto). Che le leggi siano buone solo perché approvate a maggioranza è un concetto che non dovrebbe convincere neanche un ragazzino delle elementari. E invece…

Dunque, dicevamo, la #ripresavaloriale sarà un lavoro lungo, lento, che richiede pazienza e lungimiranza: iniziare oggi significa innanzitutto dare un segnale non equivoco di discontinuità. Potrebbero non esserci immediatamente dei frutti in termini di seggi e poltrone, ma l’obiettivo è ben chiaro: portare in Parlamento una forza che sappia opporre contenuti e azione politica alla #derivavaloriale. Secondo me, tutti quelli che agitano in questa tornata elettorale lo spauracchio che «per non far vincere la sinistra è meglio votare la destra piuttosto che un partitino senza speranze di riuscita», semplicemente non hanno capito che la speranza cristiana semina e raccoglie frutti inaspettati perché sa guardare lontano; e soprattutto non hanno capito che la lotta politica non si improvvisa aggregandosi a carrozzoni putrescenti con la pretesa di risanarli o, ancora più risibile, di “usarli” a fin di bene (pensavo a Boromir: non puoi servirti dell’Anello del potere, pur se per una buona causa; finisce che è lui che si impossessa di te), come anni fa affermarono alcuni politici espressione del movimentismo cattolico per giustificare la scelta di militare nel partito dell’immorale Cavaliere. Lupi machiavellici, di cui ancora non ci siamo liberati. Già visto, già successo, già finito male, lo ripeto: infiltrare cattolici nei partiti non è un progetto, è illusione nel migliore dei casi, oppure semplicemente ambizione di qualcuno di vedersi su una comoda poltrona a far la parte del cavaliere senza macchia, a 19.000 euro mensili.

In estrema sintesi: preferisco votare un partito veramente alternativo al sistema (benché a rischio di non raggiungere la soglia, perché anche in quel caso segnerebbe comunque l’inizio di un percorso), piuttosto che uno qualunque dei partiti e rimescolamenti vari che hanno deciso di andare in cerca di voti brandendo qualche singolo esemplare di candidato cattolico in mezzo a un’accozzaglia di campionamenti valoriali eterogenei, tra i quali sarà fin troppo facile trovare elementi a favore di qualsivoglia inciucio dopo il voto.

Ad eccezione del periodo pre-elezioni in cui tutti i partiti vogliono accaparrarsene i voti, i cattolici in politica sono ormai una categoria culturale obsolescente. Figuriamoci i cattolici che vogliono fecondare l’aceto, no scusate, com’era? Contaminare i parlamentari, o convertire i partiti?

È ora il momento di mettersi in cammino. Senza retorica, senza mistiche fuorvianti. Mordor è una cosa seria, e ci siamo già dentro.

Postilla:

Due domande e una brevissima osservazione alla luce del comunicato emesso ieri dal CDNF.
Come può il nostro bravo candidato assicurarci che sarà in grado di contrastare le derive del partito/Mordor?
Su quanti e quali compagni di avventura potrà contare?
Aspettavamo l’indicazione dei candidati “di fiducia”, con nomi e liste, ma non è arrivata; solo un generico endorsement per l’intera coalizione (come dire “votate Saruman perché nelle sue truppe c’è qualche buon diavolo”).


Saruman: You did not seriously think that a Hobbit could contend with the will of Sauron? There are none who can. Against the power of Mordor, there can be no victory. We must join with him, Gandalf. We must join with Sauron. It would be wise, my friend.

Gandalf: Tell me, “friend”… when did Saruman the Wise abandon reason for madness?

Saruman: Non penserai seriamente che uno hobbit possa contrastare il volere di Sauron? Nessuno può farlo. Contro il potere di Mordor non può esserci vittoria. Dobbiamo unirci a lui, Gandalf. Dobbiamo unirci a Sauron. Sarebbe saggio, amico mio.

Gandalf: Dimmi, “amico”… quand’è che Saruman il Saggio ha abbandonato la ragione per la pazzia?

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