FB-Post-Campagna-HIV2017-SANO

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«Talvolta, prima o dopo un rapporto, si chiede “sei sano?”. Ma non c’è domanda meno utile e appropriata. Negli incontri occasionali, soprattutto se non hai l’HIV o presumi di non averla, chiedere all’altro qual è il suo stato di salute (se ha l’HIV o altre IST) e sulla base della risposta decidere quanto e come proteggersi, non ha molto senso. Da una parte perché molte persone con HIV, o con altre IST, non sanno di averle, e quindi ti risponderanno convinte di una situazione che invece non è reale. Dall’altra perché non puoi ragionevolmente aspettarti che le persone che sanno di avere l’HIV te lo dicano, visto l’alto livello di paura e stigmatizzazione, spesso del tutto irrazionale, che le circonda. Non esiste nemmeno un obbligo legale a “dirlo”. Il rischio vero poi con l’HIV lo corri proprio con chi non sa di averlo, perché avrà molto virus nel sangue non essendo in terapia: il picco di infettività è in assoluto più alto nei primi due mesi dall’infezione, quando è pure probabile che ancora non abbia fatto un test. Al contrario, la persona con HIV regolarmente in terapia e con carica virale non rilevabile da almeno sei mesi, non solo probabilmente sta benissimo, ma non trasmette nemmeno il virus: e quindi cosa dovrebbe dirti? In sintesi: proteggiti e basta!»
È letteralmente questa – non abbiamo tolto o aggiunto una virgola! – la visione dell’uomo degli estimatori delle dark room: con gli sconosciuti puoi andare a letto, magari anche parlarci un po’, ma senza entrare troppo nel personale…

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