Perché scegliere (ancora) il Reale-Antiseri per insegnare Filosofia

Un pensiero situato, fecondato dal sapere storico e dai rapporti con lo scibile scientifico e, soprattutto, non dimentico di quel lascito greco, latino e poi Giudeo-Cristiano che ha plasmato il nostro Occidente. Quando, come faccio da anni, ho nuovamente proposto al consiglio della classe III in cui sono inserito, di Adottare il Manuale di Giovanni Reale e Dario Antiseri “Storia del pensiero filosofico e scientifico”, ho mentalmente riflettuto su queste idee e mi sono detto che ancora oggi, anzi forse soprattutto oggi, occorre riandare a questo grande classico della manualistica liceale.

Nonostante il pullulare di proposte didattiche apparentemente più semplici, l’editrice La Scuola continua a pubblicare questo testo, mostrando di credere nella profondità del pensiero e nella capacità didattica dei docenti. Un fiume, quello del pensiero occidentale, ora impetuoso, ora simile ad un ruscello montano, ora addirittura paragonabile ad un rigagnolo in cui un filo di acqua ristagna negli stessi stilemi. Un fiume sempre pronto a ricevere nel suo letto affluenti di ogni sorta – dalla filosofia araba alla genesi delle miriadi di scienze particolari che, rampollate dal sapere filosofico, ad esso spesso inconsapevolmente ritornano.

Perché le scienze non sono possibili in tutte le culture indistintamente: gli autori lo chiariscono fin dalle pagine iniziali del primo volume: solo quell’inesausto cercare la causa, dapprima a livello poetico ed artistico, e poi con il logos della ragione dispiegata, rende possibile qualcosa come la scienza: i primi filosofi non furono anche scienziati, ma, più profondamente, crearono le premesse per la mentalità scientifica.

Naturalmente noi non crediamo, come Anassimandro, che la terra abbia forma cilindrica, ma anche da lui apprendiamo a cercare il principio, la causa razionale dei fenomeni. La domanda filosofica è propriamente quella leva che può sollevare il mondo: può aiutare ad uscire, senza rinnegarle, dalle fuggevoli apparenze.

L’interrogazione filosofica non sarà mai vana, perché soprattutto in un’epoca di estrema specializzazione, si avverte l’esigenza di un’istanza che travalichi i come del mondo, per adombrarne i perché. Una domanda non totalizzante, ma totale sí, perché rivolta all’interezza del reale, senza esclusione di parti o di momenti. E questo respiro profondo, unicamente ad una precisione linguistica impareggiabile, lo si ha sfogliando le pagine di GiovanniReale e Dario Antiseri.

Certo, il linguaggio a prima vista è arduo: alcuni termini vanno spiegati anche più volte, ma il tempo che si impiega per far afferrare un concetto celato in una parola astrusa lo si guadagna in profondità di pensiero. Ed è questa profondità che manca alla scuola delle educazioni che senza formare la persona, pretende di “addestrarne” aspetti particolari.

Purché tutto sia parcellizzato possiamo “addestrare” i nostri giovani a non odiare, a mangiare in modo sano, a non intraprendere stili di vita nocivi, tutte cose – si badi – auspicabili. A patto però che il prezzo di questo “addestramento paracomportamentistico” non sia il non-pensiero. La sua ingannevole maschera mi appare ormai chiara: una prona accettazione del mondo attuale come il solo possibile non perché il migliore, ma perché l’unico.

Informazioni su Alessio Conti 75 articoli
Nato a Frascati nel 1974, Alessio Conti è attualmente docente di storia e filosofia presso il Liceo Scientifico statale Bruno Touschek di Grottaferrata. Dottore di ricerca in discipline storico filosofiche, ha pubblicato con l'editrice Taυ due libri (Fiat lux. Piccolo trattato di teologia della luce [2019], e Storia della mia vista [2020]). Già docente di religione cattolica per la Diocesi di Roma, è attivo nel mondo ecclesiale all'interno dell'Azione Cattolica Italiana di cui è responsabile parrocchiale del gruppo adulti. Persona non vedente dalla nascita, vive la sua condizione filtrandola grazie a due lenti, quella dello studio, e quella di un'ironia garbata e mordace, che lo porta a vivere, e a far vivere, eventi e situazioni in modo originale.

1 commento

  1. Se è ciò che hai scritto è così efficace, portalo ai nostri adolescenti che hanno perso l’abitudine alla riflessione e introspezione.
    Bravo Alessio

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