Siete nel mezzo di un incendio: non prendete il secchio perché ve lo passa Greta?

di Gaultier Bès1Da Le Figaro del 23/09/2019. Traduzione di Emiliano Fumaneri

Di fronte alla catastrofe ecologica in atto, sono benvenute tutte le buone volontà e schernire la giovane svedese non ha senso, sostiene Gaultier Bès, vicedirettore della rivista di ecologia integrale Limite.

«Guai a te, o paese, che per re hai un ragazzo!». Negli ultimi tempi la celebre formula dell’Ecclesiaste (10,16) è stata spesso citata. In effetti, i media non avevano fatto a tempo ad impossessarsi della giovane Greta Thunberg per farne una icona che già era partita la contraerea di chi ritiene che il riscaldamento climatico in atto non sia altro, nella migliore delle ipotesi, che una sciocca questione di mercurio. Divizzazione folgorante da un lato, denigrazione ringhiosa dall’altro. Ritratti ditirambici e tribune ingiuriose. Messa su un piedistallo e messa alla gogna. Ci si fa beffe della sua giovinezza, del suo timbro di voce, del suo autismo, dei suoi codini, del consenso giornalistico e politico che sembra suscitare (anche papa Francesco l’ha ricevuta, ed è tutto dire!). Si ricorda che non è scientifica, ci si irrita perché marina la scuola, si chiama capriccio il suo desiderio di attraversare l’Atlantico in veliero invece che in areo. «Guru apocalittica», «premio Nobel della paura», «profetessa in calzoni corti»: a destra e all’estrema destra svolazzano le formule preconfezionate a confermare gli autori nella loro beata sordità. Ed ecco che la sostanza sparisce a vantaggio della forma, il messaggio scompare dietro al messaggero. «Capisco che rifiutiate di ascoltarmi: dopo tutto sono solo una studentessa svedese di sedici anni. Ma non potete ignorare la scienza… », ci avvertiva a lo scorso aprile a Strasburgo.

I climatoscettici hanno colto l’occasione al volo. Una ragazza, così giovane, così fragile, così lunare, davanti a dei ministri: non è serio, non sta bene! Quando Greta cita l’IPCC, la folla guarda alle sue trcce… Guai al paese che per re ha un ragazzo!

In un mondo sensato, normale, i politici sarebbero dei politici responsabili e i ragazzi potrebbero crescere innocentemente

Cosa c’è di più vero, del resto? Non è compito di una ragazza dire agli adulti quel che devono fare. Non è compito di una ragazza ricordare loro che non si gioca col fuoco. Non è compito di una ragazza fare lo sciopero. In un mondo sensato, normale, i politici sarebbero dei politici responsabili e i ragazzi potrebbero crescere innocentemente. Greta Thunberg avrebbe potuto, avrebbe dovuto continuare a immergersi nei suoi libri e Laurent Alexandre2Laurent Alexandre, medico e saggista francese, fondatore del sito Doctissimo.fr e responsabile di una società di sequenziamento genetico, è uno dei teorici del transumanismo. Favorevole alla GPA e al mariage pour tous, in passato ha sferzato duramente i settori della società che lui chiama «bioconservatori» o «bioluddisti»; NdC. non si sarebbe mai lamentato di lei. Ma noi non siamo, non siamo più in un mondo «normale». Dal fondo degli oceani fino all’atmosfera, passando per il suolo, l’inquinamento è onnipresente (più di tre bambini su quattro in Francia respirano un’aria tossica). La diversità naturale collassa a un ritmo e a proporzioni incredibili (secondo l’IPBES, ogni venti minuti scompare una specie animale o vegetale, e una specie animale o vegetale su otto è sotto minaccia di estinzione imminente). Il clima cambia ad una velocità inedita, costringendo gli ecosistemi e le società umane ad adattarsi a tempo di record e generando un numero sempre maggiore di sofferenze e di violenze. Così i giovani devono ormai occupare gli spazi pubblici per fare in modo che i loro vecchi prendano sul serio la più grande minaccia che abbia mai pesato sugli esseri umani.

A chi va la colpa?

La lista degli squilibri ecologici potrebbe durare a lungo. Da decenni scienziati del settore suonano l’allarme, sfiancandosi a pubblicare rapporti sempre più allarmanti nell’indifferenza più totale. E se deve essere una «ragazzina» a metterli sotto il naso degli uomini importanti, a chi va la colpa? Sì, guai al paese che per re ha una ragazza!

Ma il testo biblico non si ferma qui. Il seguito evoca la causa di questa sorta di vacanza del potere: «Guai a te, o paese, che per re hai un ragazzo e i cui prìncipi banchettano fin dall’aurora!». Se il paese va male, questo non è certo a causa del ragazzo, il quale sarà senza dubbio alquanto imperfetto, ma che fa quel che può. È a causa dei principi, dei ministri, dei consiglieri, che non solo non fanno quanto dovrebbero, ma fanno esattamente il contrario. Nel momento in cui occorrerebbe rinunciare a un capitalismo globalizzato tanto vorace di risorse e così iniquo per concepire un’economia che articoli il rispetto dei limiti planetari e la ripartizione delle ricchezze, i nostri dirigenti si ostinano a vedere nell’aumento della produzione e nell’accumulazione del capitale la fonte di ogni prosperità. Per una legge che limita le emissioni di CO2, quanti Ceta?

«Per negligenza il soffitto crolla e per l’inerzia delle mani piove in casa» (Ecclesiaste).

In realtà, accanirsi contro il catastrofismo di una Greta Thunberg quando la catastrofe è ovunque ha qualche cosa di patetico. Quale istanza, quale paura si cela dietro a questo accanimento? La negazione è una ben cattiva medicina. Non si ricorderà mai abbastanza che Cassandra aveva ragione a mettere in guardia i suoi concittadini troiani contro il grande cavallo di legno abbandonato dai greci… E Greta Thunberg ha ragione a dirci che senza ridurre drasticamente le emissioni di gas serra stiamo andando contro un muro. «Per negligenza il soffitto crolla e per l’inerzia delle mani piove in casa», leggiamo nello stesso capitolo dell’Ecclesiaste, due versetti più avanti. Ecco il vero scandalo davanti ai nostri occhi. Ecco la vera urgenza che dobbiamo affrontare. E che in prima linea ci sia una figliola di 16 anni dovrebbe farci provare vergogna, vergogna per noi stessi, non per lei e per i suoi compagni dello sciopero per il clima o di Xtinction Rebellion.  

Eppure basta aprire un giornale per avere la misura di ciò che sta accadendo, non fosse altro che a livello del clima. I record di calore cadono uno dopo l’altro. Nello spazio di una sola giornata di agosto la Groenlandia ha perduto 12,5 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Tutto brucia attorno a noi: quest’estate, quante migliaia di ettari di foreste in Amazzonia, Siberia, Alaska, Indonesia, California, Canarie ha perduto ancora la Terra? Secondo l’agenzia spaziale brasiliana, nel mese di giugno 2019 la deforestazione della porzione brasiliana dell’Amazzonia si è accelerata dell’88,4% in rapporto a giugno 2018.  

I liceali che manifestano per il clima non combattono dei mulini a vento: combattono le politiche del peggio, quelle che per cupidità trasformano la nostra casa comune in discarica desertica e ostile. «A che serve studiare per un avvenire incerto, quando nessuno fa niente per preservarlo?», interrogava Greta Thunberg a Davos lo scorso gennaio. Non si gioca con l’avvenire dell’umanità e della biosfera come si gioca al casinò: questo debito è insolvibile. Non c’è più festa, non ci sono più festini in un mondo devastato.

Davanti alla catastrofe ecologica che si accelera, ogni voce che si leva per resistere, invocare la sobrietà, esigere un cambio di modello, dovrebbe essere accolta con gratitudine. Nessun aiuto è di troppo. Nel cuore della fornace poco importa chi vi passa il secchio, se amico o sconosciuto, se estraneo o vicino. Gli dite grazie e vi rimboccate le maniche.

Note

Note
1 Da Le Figaro del 23/09/2019. Traduzione di Emiliano Fumaneri
2 Laurent Alexandre, medico e saggista francese, fondatore del sito Doctissimo.fr e responsabile di una società di sequenziamento genetico, è uno dei teorici del transumanismo. Favorevole alla GPA e al mariage pour tous, in passato ha sferzato duramente i settori della società che lui chiama «bioconservatori» o «bioluddisti»; NdC.

1 commento

  1. Salve!
    Ho notato che i denigratori di Greta usano la tecnica
    del “dice cose ovvie!”.
    In effetti il primo livello di comprensione della frase
    fa effetto e convince le persone distratte (quasi tutte ormai).
    Lo hanno detto spesso anche per quello
    che dice il papa!
    La domanda che si pone nell’articolo:”Quale istanza, quale paura si cela dietro a questo accanimento?”
    è interessante e la frase “dice cose ovvie” da una risposta
    immediata alle paure alle pigrizie alle ignavie
    che sono ormai il pane quotidiano di molte persone.
    Ho anche provato a replicare in qualche
    discussione che le cose “ovvie” ovvie per
    molti, ho fatto gli esempi dei ladri, degli
    assassini dei violentatori degli inquinatori
    che fanno tranquillamente cose che invece
    é “ovvio” che non si devono fare per il bene di tutti.
    Non funziona…
    La frase “dice cose ovvie”
    invece di far pensare: “ah! se dice cose
    ovvie allora significa che non facciamo
    bene nemmeno quelle cose che
    dovrebbe essere ovvio per tutti
    che debbano essere fare bene”
    cioè invece di allarmare ancora di più
    spegne le coscienze immediatamente!
    Quindi mi viene da pensare che forse
    la frase è stata studiata a tavolino
    e che ha l’effetto che ha su chi l’ascolta
    perché c’è stata una preparazione
    preventiva, una sorta di mascheramento
    della logica di base nella testa delle persone.

    Mi sembra di intuire che difronte ai pericoli
    posti dal “global warming” si formino due
    macro aree di pensiero:
    -quelli che tendono ad assumersi le proprie responsabilità
    ed anche in parte quelle degli altri, almeno i vicini,
    che tendono a responsabilizzarsi e magari anche
    a colpevolizzarsi più del giusto
    -quelli che tendono a scaricare le responsabilità
    che appunto scaricano le responsabilità su gli altri
    oppure le negano cercando di annullarle

    I secondi combattono quelli come Greta;
    i primi invece tendono ad approfondire
    troppo la responsabilità personale sfuggendo
    forse alla vera soluzione che è ridurre
    le differenze sociali che sono più
    grandi e crescono più velocemente
    degli effetti del “global warming”.
    e per ridurre le differenze sociali
    bisona ridurre l’enorme ricchezza in mano
    ai pochissimi potenti e ridistribuirla
    per permettere nuovi modi di vivere
    ed usare le risorse, poco per ciascuno
    e non più troppo solo per pochi.

    saluti

    RA

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