«Benvenuti nella Seconda Era!». Cronache da Númenor e dalla Terra-di-mezzo per la serie TV di Amazon

CONCLUSIONI

A. Cronache di Elfi e Uomini al cuore della Seconda Era: Galadriel

L’impianto narrativo che emerge è senz’ombra di dubbio tarato su un modello di cronaca che attraversa i millenni o soltanto della Seconda Era o (com’è opinione di chi scrive) anche della Terza Era. Per quanto riguarda la Seconda Era, possiamo sezionare i periodi in base alle mappe, come segue, cercando di determinare gli archi narrativi della serie:

1° PERIODO: 700/750 S.E. – 1.100 S.E.
Si possono distinguere due linee narrative

A. Vita di Aldarion, poi Re Tar-Aldarion.
Da quando il giovane principe Numenoreano stringe amicizia con Gil-galad e Círdan il Carpentiere nel Lindon e di questi comincia ad apprendere l’arte della costruzione delle navi, lungo le sue esplorazioni sulle coste della Terra-di-mezzo, l’istituzione della Gilda dei Venturieri che dall’Isola dell’Ovest avevano in cuore di percorrere le vie dei mari del mondo, il matrimonio con Erendis e l’eredità dello Scettro, il suo regno.

B. I Regni degli Elfi nella Seconda Era e il Ritorno dell’Ombra.
Le migrazioni degli Elfi Luminosi (Eldar) sopravvissuti agli sconvolgimenti della Prima Era dal Lindon oltre gli Ered Luin verso est. La fondazione di Eregion per i Noldor e dell’amicizia coi Nani di Khazad-dûm, di Lórinand (poi Lórien) ed Eryn Galen (Boscoverde il Grande, poi Bosco Atro) per i Sindar unitisi ai Nandor, che insieme al Lindon formano i Regni Elfici della Seconda Era, per la ritrovata prosperità del loro popolo. Galadriel dall’Eregion stringe amicizia col Lórinand. Nel contempo Sauron, di ritorno dall’Est, comincia la costruzione della sua roccaforte a Mordor, non visto dai Saggi.

2° PERIODO: 1200 S.E. – 1600 S.E.: Gli Anelli del Potere.
Sauron chiede di visitare il Lindon e l’Eregion sotto mentite spoglie, presentandosi in affascinanti parvenze semidivine. Gil-galad non gli consente l’accesso nel Lindon, ma gli si presta orecchio in Eregion, dove i suoi insegnamenti nell’artigianato gli guadagnano la fiducia della Gilda degli Artigiani. Essi caldeggiano l’ascesa di Celebrimbor ed emarginano Celeborn e Galadriel, che si dimostrano cauti con l’ospite pur senza intuirne l’identità. Galadriel lascia l’Eregion ormai a lei ostile passando per Khazad-dûm verso il Lórinand. Sotto la guida di Sauron i Fabbri raggiungono una maestria fino a quel momento sconosciuta, forgiano anelli capaci di opere meravigliose, infine i più potenti tra questi Nove e i Sette Anelli. Sauron lascia l’Eregion e Celebrimbor forgia i Tre Anelli, che con i Sette e i Nove (ma più potenti ancora) sono detti i Grandi Anelli. Nel ventre di Monte Fato Sauron forgia l’Unico Anello infondendovi una gran parte della propria volontà e del proprio potere: alla fine canta i versi conclusivi della Poesia dell’Anello. Celebrimbor lo ode per tramite degli Anelli e capisce l’inganno. Grazie all’Unico Sauron completa l’edificazione di Barad-dûr.

3° PERIODO: 1693 S.E. – 1701 S.E.: La Guerra tra gli Elfi e Sauron.

Quest’ultimo periodo – come si faceva notare nelle sezioni precedenti, oltre il riferimento temporale della 5a mappa – è tanto più breve quanto denso di avvenimenti significativi, perciò molto più flessibile ad un adattamento cinetelevisivo, procedendo dall’occultamento dei Tre, attraverso la guerra vera e propria, fino al Consiglio Bianco in cui i Signore degli Elfi e il Re di Númenor discuteranno di cosa fare con Sauron, fuggito a Mordor. Non lo si descrive nel dettaglio proprio per rimarcare la distanza dai precedenti segmenti. Sono i segmenti che coprono molti secoli, infatti, a rappresentare una grande sfida in termini di sceneggiatura, in una scala temporale del tutto atipica per gli schemi narrativi cui è abituato lo spettatore o il lettore moderno. Al contrario che per un lettore medievale, il quadro annalistico in cui si svolgono le storie dei Tempi Remoti è modellato e ri-elaborato sugli esempi della letteratura cronachistica medievale – un genere particolarmente fortunato nella disciplina di studio ed insegnamento di J.R.R. Tolkien, tanto la più ampia (germanistica e celtistica), quanto soprattutto quella più specialistica anglosassone – è già un azzardo se proposto su carta, dietro la cinepresa diventa, ironicamente – un’epopea.

A venire in soccorso di questo cambio di prospettiva c’è però la premessa mitico-ontologica di cui beneficia il popolo re-inventato da Tolkien, gli Elfi, longevi quanto il mondo. Attraverso il punto di vista dei protagonisti tra loro quali Gil-galad, Celebrimbor, Círdan e naturalmente i già celebri Elrond e Galadriel e Celeborn, una vastissima dilatazione temporale di millenni può confluire nel vissuto biografico di un intelletto e di un’anima con cui è possibile immedesimarsi. È un esperimento narrativo che nasconde diverse insidie (di cui si parlerà nei prossimi contributi). Lo stesso Peter Jackson, che nella trasposizione di Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit ha concesso diversi momenti di protagonisti ad Arwen, Elrond, Galadriel, Legolas, Thranduil e (l’inventata ex nihilo e vituperata) Tauriel, l’ha fatto con risultati misti e solo in momenti di tempo circoscritti alle vicende degli Hobbit, attraverso personaggi che soltanto di quando in quando crescevano al ruolo di comprimari. In questo caso invece la necessità sarebbe quella di avere uno o più protagonisti, che dominano la trama, capaci di attraversare secoli e secoli.

Greg Hildebrandt, The Ring of the Elf Queen

La scelta più ovvia è quella di Galadriel, la cui storia negli Unfinished Tales è scritta e riscritta proprio per percorrere come un filo conduttore (ricercato come tale)1Accanto ad altri scopi, quale di definirne il ruolo nella ribellione della Prima Era e di chiarire l’origine del suo sposo Celeborn., gli avvenimenti della Seconda Era nella resistenza contro Sauron e i suoi sviluppi nella Terza, a spiegare quello che disse di sé e del suo sposo alla Compagnia dell’Anello «…insieme attraverso le ere del mondo abbiamo lottato contro la lunga sconfitta». La “prova” che Galadriel doveva superare di fronte a Frodo era cominciata molti secoli addietro, fin quando aveva rifiutato di tornare nell’Occidente Beato e il perdono dei Valar. Tornando alla 3a mappa, l’ipotesi di seguire la vicenda di Galadriel può illuminare ulteriormente la scelta dei primi toponimi provinciali comparsi: oltre che in Laurelindórenan, meno noto è che anche in Belfalas Galadriel e Celeborn hanno dimorato, anzi ivi più a lungo che altrove, dall’anno del summenzionato consiglio (1701 S.E) fino al ritorno a Lórien come loro signori (poco prima del 2000 T.E.)2Dalla durata del soggiorno, quasi 4mila anni, si intende quanto in loro fosse acuita la nostalgia suscitata dal Mare per il ritorno ad Occidente, così come l’avvertimento speciale a riguardo che Galadriel rivolse a Legolas.. Inoltre prima che con con Galadriel superasse i Monti Azzurri e si trasferisse nell’entroterra, nei primi secoli della Seconda Era il feudo meridionale del Lindon – Harlindon, comparso anch’esso nella 3a mappa – era retto da Celeborn per conto di Gil-galad. Gli elementi a sostegno erano perciò presenti prima che arrivasse l’ultima mappa e l’invito nella Seconda Era.

Insieme alla Storia di Celeborn e Galadriel l’altra fonte principale è quella di Aldarion ed Erendis: la moglie del marinaio, l’unico racconto di Tolkien ambientato a Númenor prima della Caduta che possieda una qualche forma autonoma di narrazione. Anche per esso l’estensione temporale si sviluppa su diversi secoli, ma ciò è proprio della vita dei reali di Númenor che, prima del declino, godettero di una lunga vita. Si è già fatta notare la relazione dei toponimi apparsi nelle varie mappe con la storia di Aldarion (si è invece qui soprasseduto sulla natura drammatica di quello che al proprio nucleo è un racconto coniugale, un esempio unico nella produzione tolkieniana). Si può però rintracciare un elemento narrativo determinante nel legare e nell’inaugurare il ciclo della serie TV, in cui si menziona il Calenardhon. Si tratta della lettera che Gil-galad affidò ad Aldarion al termine del suo ultimo viaggio per suo padre, il Re Meneldur. In essa il Re Supremo degli Eldar nella Terra-di-mezzo chiedeva, richiamandosi all’amicizia di Eldar e Dúnedain, al Re di Númenor di prepararsi alla crescente minaccia da Oriente, un’ombra nuova che Gil-galad credeva avrebbe invaso l’Eriador dalla breccia del Calenardhon, per cui invitava Meneldur ad incoraggiare l’opera di Aldarion nello stabilire delle basi sulle coste per essere pronti a difendere il valico. Dopo aver letto la missiva, Meneldur abdicherà prematuramente per concedere ad Aldarion il potere di decidere come agire. In relazione alle mappe, la comparsa del Calenardhon fin dalla 2a poteva dunque suggeriva un indizio precoce, il primo di quelli che avrebbero svelato la presenza di Númenor.

Note

Note
1 Accanto ad altri scopi, quale di definirne il ruolo nella ribellione della Prima Era e di chiarire l’origine del suo sposo Celeborn.
2 Dalla durata del soggiorno, quasi 4mila anni, si intende quanto in loro fosse acuita la nostalgia suscitata dal Mare per il ritorno ad Occidente, così come l’avvertimento speciale a riguardo che Galadriel rivolse a Legolas.

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