Vincenzo Pallotti e “i Papi inflitti da Dio”. Debunking

I due Vincenzi

È evidente quanto l’ipotesi che Socci abbia scientemente manomesso una citazione e la sua attribuzione getti su di lui un’ombra a dir poco sinistra, e tuttavia c’è almeno una ragione che mi fa pensare (e sperare) che almeno una delle due operazioni non sia opera diretta del Senese: lo scambio di attribuzione si può attribuire a un errore accidentale, data l’omonimia dei due personaggi, e inoltre chiunque abbia una benché minima conoscenza delle temperie della storia del dogma non attribuirebbe mai (l’abbiamo già detto) quella citazione a uno scrittore ecclesiastico del V secolo. Il Lerinese ha certamente un calibro dogmatico più forte del Romano, ma chi è in grado di considerare questo (ad esempio Antonio Socci) dovrebbe esserlo tanto più di cogliere l’evidenza che abbiamo appena ricordato.

Torniamo ora alla lezione Ω, dunque a Cittadini:

Iddio alcuni papi li vuole direttamente Egli […] Altri li permette, altri li tollera.

La scansione ternaria appare in un certo senso pleonastica, dal momento che “permettere” e “tollerare” appaiono quasi sinonimi: se avessimo dunque questa versione e quella di Socci su un pezzo di carta e dovessimo scegliere, senza stemma e senza date, quale delle due sia anteriore, la versione di Socci ci apparirebbe più ragionevole.

Dio alcuni papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge.

Al contempo però essa sarebbe una lectio facilior, mentre l’altra sarebbe difficilior e pertanto ci imporrebbe maggiore attenzione: gli amanuensi che si credevano grandi intellettuali hanno spesso corrotto delle lezioni interessanti in lezioni banali, ed effettivamente una sfumatura tra “permettere” e “tollerare” è ravvisabile nel fatto che il secondo verbo comporta pure una venatura di passività che nel primo manca. Come ad affermare che Dio subisca alcuni Papi. Peraltro… questo è l’esatto contrario del verbo “infliggere”…

Chiunque abbia manomesso il testo discendente da Cittadini ha dunque operato un cambiamento che stravolge il significato della frase originaria. La quale può pure essere sostenuta, se non altro nel senso implicato dall’ormai famigerata dichiarazione del cardinal Ratzinger ad Avvenire, datata 1997:

Non direi così1La domanda posta suonava: «È lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione del Papa?»., nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto.

Ricerca nell’opus pallottinum

Ma per il filologo resta una domanda ancora: dov’è che san Vincenzo Pallotti (che non mi risulta essersi particolarmente dedicato allo studio della storia ecclesiastica) avrebbe detto questo? Stavolta internet ci viene in grande aiuto, visto che nel 2015 i Pallottini hanno pubblicato online le Opere Complete di San Vincenzo Pallotti: nessuna occorrenza sembra soddisfare i termini della ricerca, anche se il rettore generale della Congregazione e della Società dell’apostolato cattolico, don Jacob Nampudakam, ha tenuto a precisare che restano ancora da «integrare in questo sito gli otto volumi delle Lettere del nostro Fondatore».

A naso, potrebbe darsi che una simile citazione risalga a una delle lettere, ma speriamo di avere presto ulteriori informazioni che – auspicabilmente – chiudano almeno questa parte del caso.

Ad ogni modo, già che siamo arrivati a questo punto, e che di fatto la citazione (storpiata e attribuita al povero Lerinese) è in grande voga tra cattolici che con essa cercano di puntellare la loro disobbedienza, la mancanza di docilità e tutto ciò che in linguaggio biblico s’intende con l’espressione “la dura cervice”, riportiamo una delle pagine pallottine in cui trova occorrenza il verbo “tollerare”. Si tratta della Settima Condizione dell’Obbedienza:

Tutti dobbiamo esercitare una Ubbidienza semplice, cioè che si faccia tutto ciò, che ci viene comandato senza pensare il perchè ci viene comandato, e senza riflettere come lo potremo eseguire; confidando nella grazia, colla quale tutto possiamo fare.
Tutti dobbiamo fuggire i vizi, e i difetti opposti, e perciò.
È proibito a tutti di fare qualunque sorta di ricerche di Perchè, di Come, ciò che l’Ubbidienza non può ammettere, nè tollerare; onde è proibito il dire, e cercare.
Perchè il Superiore comanda questa cosa e non un’altra?
Perchè comanda a Noi e non ad un altro?
Perchè tollera egli la tal cosa in questi, e non in noi?
Perchè comanda egli tante cose in un tempo medesimo? |
Perchè comanda egli cose, che sono contrarie fra di loro?
Perchè comanda egli cose inutili, ridicole, e persino nocevoli?
Perchè comanda egli con tanta alterigia, e asprezza?
Perchè comanda egli etc.?
Come mai vuole egli, che facciamo una tal cosa che sembra impossibile?
Come mai vuole egli, che una persona faccia tante cose etc.?
E così è proibito di fare altre, e simili interrogazioni2Regola della Congregazione dei Preti, e Fratelli Coadjutori dell’Apostolato Cattolico, che milita sotto la speciale protezione di Maria SS. Regina degli Apostoli, modellata sulla Vita Santissima del Nostro Signore Gesù Cristo, titolo 14; in Opere, Volume 7. Regola della Congregazione dei Preti e Fratelli Coadjutori dell’Apostolato Cattolico – “Copia Lambruschini” 1846, pagg. 105-106..

Una volta tanto, una buona lettura.

Note

Note
1 La domanda posta suonava: «È lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione del Papa?».
2 Regola della Congregazione dei Preti, e Fratelli Coadjutori dell’Apostolato Cattolico, che milita sotto la speciale protezione di Maria SS. Regina degli Apostoli, modellata sulla Vita Santissima del Nostro Signore Gesù Cristo, titolo 14; in Opere, Volume 7. Regola della Congregazione dei Preti e Fratelli Coadjutori dell’Apostolato Cattolico – “Copia Lambruschini” 1846, pagg. 105-106.
Informazioni su Giovanni Marcotullio 296 articoli
Classe 1984, studî classici (Liceo Ginnasio “d'Annunzio” in Pescara), poi filosofici (Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, PhD RAMUS) e teologici (Pontificia Università Gregoriana, Pontificio Istituto Patristico “Augustinianum”, Pontificia Università “Angelicum”, PhD UCLy). Ho lavorato come traduttore freelance dal latino e dal francese, e/o come autore, per Città Nuova, San Paolo, Sonzogno, Il Leone Verde, Berica, Ταυ. Editor per Augustinianum dal 2013 al 2014 e caporedattore di Prospettiva Persona dal 2005 al 2017. Giornalista pubblicista dal 2014. Speaker radiofonico su Radio Maria. Traduttore dal francese e articolista per Aleteia Italiano dal 2017 al 2023.

1 commento

  1. Avevo trovato anche io quel brano sull’ubbidienza del Pallotti cercando “tollerare” ed ero certo l’avresti usato ;-)

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