Adesso anche il Portogallo respinge le leggi pro eutanasia

Il Portogallo è piuttosto progressista, su certi argomenti. Ci si ricorda come, dopo anni e anni di dibattito, abbia finito per legalizzare l’aborto. E a seguire il Paese ha adottato le leggi favorevoli al “matrimonio” [virgolette d.R.] omosessuale, all’adozione per tutti e alla PMA, la procreazione medicalmente assistita.

L’eutanasia sembrava essere l’ultima barriera. La Chiesa si è effettivamente mobilitata ed è anche riuscita a organizzare manifestazioni davanti al Parlamento di São Bento a Lisbona. Non ci sono state grandi dimostrazioni, ma sufficienti a dare visibilità a quanti si oppongono ai progetti di depenalizzazione. In ultimo il Presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa – il quale comunque non si è espresso pubblicamente – ha senza dubbio lavorato dietro le quinte. Aveva infatti brandito la minaccia del veto presidenziale in caso di voto favorevole al progetto di legge socialista per pochi punti.

Non sono mancati i fenomeni che hanno osservato come le resistenze di Portogallo e Svezia differiscano dal plebiscito abortista urlato dalla (già prolife) Irlanda per il fatto che quei voti sarebbero stati parlamentari, mentre questo referendario. Osservazione irritante ma giusta: dovremmo effettivamente tenere a mente che gli inventori della democrazia (i greci del V secolo a.C.) non erano affatto dell’idea che ogni voto dovesse valere quanto quello di chiunque altro (non erano neanche a favore del suffragio universale, se è per questo): per quella assurda forma di (mal)governo che alcuni nostri contemporanei chiamano “democrazia diretta” i greci avevano coniato il termine “oclocrazia”1«Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza […], essi stimano più di ogni altra cosa l’uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell’abitudine, l’uguaglianza e la libertà di parola, cercano di prevalere sulla maggioranza; in tale colpa incorrono soprattutto i più ricchi. Desiderosi dunque di preminenza, non potendola ottenere con i propri meriti e le proprie virtù, dilapidano le loro sostanze per accattivarsi la moltitudine, allettandola in tutti i modi. Quando sono riusciti, con la loro stolta avidità di potere, a rendere il popolo corrotto e avido di doni, la democrazia viene abolita e si trasforma in violenta demagogia […]».
Polibio, Storie, VI, 9.
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A parte ciò, i «musici falliti, i pii, i teoreti, i Bertoncelli e i preti» che “sparano cazzate” sulla resilienza dei cristiani avranno di che riflettere: quando si combatte si può vincere, o perlomeno si strappano condizioni decenti all’avversario. La strategia di “venire già menati” sperando di non ricevere altre botte è stupida e fallimentare2E mentre noi facciamo convegnistica, grazie al nostro silenzio, i deboli vengono sterminati dai prepotenti. Ammesso e non concesso che davvero siamo “i buoni”, come faremo a discolparci di tanta indecente ignavia?. Una lezione importante.

Note

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1 «Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza […], essi stimano più di ogni altra cosa l’uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell’abitudine, l’uguaglianza e la libertà di parola, cercano di prevalere sulla maggioranza; in tale colpa incorrono soprattutto i più ricchi. Desiderosi dunque di preminenza, non potendola ottenere con i propri meriti e le proprie virtù, dilapidano le loro sostanze per accattivarsi la moltitudine, allettandola in tutti i modi. Quando sono riusciti, con la loro stolta avidità di potere, a rendere il popolo corrotto e avido di doni, la democrazia viene abolita e si trasforma in violenta demagogia […]».
Polibio, Storie, VI, 9.
2 E mentre noi facciamo convegnistica, grazie al nostro silenzio, i deboli vengono sterminati dai prepotenti. Ammesso e non concesso che davvero siamo “i buoni”, come faremo a discolparci di tanta indecente ignavia?
Informazioni su Giovanni Marcotullio 296 articoli
Classe 1984, studî classici (Liceo Ginnasio “d'Annunzio” in Pescara), poi filosofici (Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, PhD RAMUS) e teologici (Pontificia Università Gregoriana, Pontificio Istituto Patristico “Augustinianum”, Pontificia Università “Angelicum”, PhD UCLy). Ho lavorato come traduttore freelance dal latino e dal francese, e/o come autore, per Città Nuova, San Paolo, Sonzogno, Il Leone Verde, Berica, Ταυ. Editor per Augustinianum dal 2013 al 2014 e caporedattore di Prospettiva Persona dal 2005 al 2017. Giornalista pubblicista dal 2014. Speaker radiofonico su Radio Maria. Traduttore dal francese e articolista per Aleteia Italiano dal 2017 al 2023.

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